I rifiuti di imballaggio in Europa continuano a crescere, nonostante un incremento nel riciclo. Solo nell’ultimo decennio si è vista un’impennata di più del 20%, in particolare del packaging monouso¹. Gran parte del problema è legato ad un utilizzo eccessivo e inefficente del packaging. C’è troppo packaging non riciclabile e una carenza di contenuto riciclato oltre ad etichette poco chiare che complicano lo smistamento da parte dei consumatori. La proposta di regolamento dell’UE sul packaging e sui rifiuti derivati (PPWR) sembra rivolta a tutte queste questioni; ma in che modo interesserà brand e packager? Susanna Casanovas, Waste Service Manager di Anthesis Lavola, partner per la sostenibilità di Quadpack, risponde ad alcune domande chiave.

Cos’è la PPWR dell’UE e quali sono i suoi obiettivi?

La PPWR dell’UE è un pilastro portante del Piano d’Azione per l’Economia Circolare del Green Deal europeo. È una proposta che è stata pubblicata il 30 novembre 2022 e che probabilmente entrerà in vigore entro la fine del 2024. Stabilisce misure per raggiungere diversi obiettivi, inclusi i seguenti:

• Prevenire la generazione e ridurre i rifiuti di imballaggio, limitando il packaging superfluo e obbligando le aziende al riutilizzo o a sistemi di ricarica ove possibile.

• Rendere ricibilabile tutte le soluzioni di packaging all’interno dell’UE entro il 2030, con una modalità che sia anche economicamente sostenibile, stabilendo criteri sulla progettazione degli imballaggi, schemi obbligatori di deposito o restituzione e utilizzando etichette con simboli standardizzati per il riciclo.

• Stabilire percentuali obbligatorie di plastica riciclata in tutti i nuovi imballi in plastica.

La PPWR dell’UE sarà uguale per tutti i Paesi che ne fanno parte?

Trattandosi di un regolamento, è una disposizione obbligatoria per tutti gli Stati Membri ed entrerà in vigore tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Il suo scopo è quello di standardizzare l’applicazione dei regolamenti ed evitare le differenze normative che attualmente esistono tra i diversi Paesi dell’UE. Gli Stati Membri potranno comunque integrarla con ulteriori elementi.

In che modo interesserà i produttori di packaging?

I produttori di packaging dovranno rispettare i “requisiti di sostenibilità” relativi a materiali quali riciclabilità, contenuto riciclato e minimo, riusabilità e compostabilità. Per quanto riguarda il settore cosmetico, uno dei focus sarò la riduzione al minimo dello spazio vuoto nel packaging.

La conformità di un imballaggio deve essere testata prima dell’immissione sul mercato. Il packaging deve anche riportare l’etichetta con le informazioni su materiali, riusabilità, contenuto riciclato tramite QR code o altro supporto digitale. La Commissione definirà un sistema di etichettatura standard sia per le soluzioni di packaging che per i rifiuti derivati, così come un metodo per identificare la composizione degli imballi.

E le aziende che usano packaging in plastica per i loro prodotti?

Le aziende di packaging saranno interessate dagli obblighi e dai requisiti legati a sostenibilità, etichettatura, indicazioni e informazioni previste dalla Responsabilità Estesa del Produttore.

La PPWR regola alcuni aspetti dei principi dell’EPR per prevenire ostacoli alla libera  concorrenza e al libero mercato, inclusi quelli relativi all’armonizzazione della comunicazione dei dati. Stabilisce poi un quadro comune europeo per la raccolta, il deposito e la restituzione del packaging e per i sistemi di riciclo, creando una parità di condizioni per le aziende che operano nei loro rispettivi mercati.

Per favorire il monitoraggio dell’EPR a livello nazionale, si propongono requisiti di registrazione per gli operatori economici (produttori) al momento del lancio di un nuovo packaging all’interno del mercato di uno Stato Membro. Inoltre, secondo i principi dell’EPR, i costi dei produttori varieranno in base al livello di riciclabilità del packaging, con soglie crescenti applicate a partire dal 2035.

Che tipo di investimento verrà richiesto?

Stiamo ricercando una trasformazione dell’azienda a livello strategico, perciò non si tratta di un singolo investimento. Il costo dipenderà in larga parte dal settore e dagli impegni già adottati. I produttori di packaging monouso saranno i più coinvolti. Certo, la transizione ecologica li ripagherà. Gli studi condotti dalla Commissione prevedono che le misure proposte porteranno prevedibilità e certezza giuridica, favoriranno il progresso tecnologico e ridurranno i costi attraverso normative più coerenti all’interno dell’UE.

Ci sono degli incentivi per l’utilizzo di materiali a base biologica?

Il quadro politico europeo sulle plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili, pubblicato nel novembre 2022, mira a migliorare l’analisi di questi materiali e chiarire se possono apportare reali benefici a livello ambientale. In generale, l’iniziativa incoraggia una maggiore circolarità della plastica derivata da tutti i tipi di materie prime, perciò non ci sono incentivi specifici per le plastiche a base biologica. Aiuta, invece, a formulare requisiti di eco-progettazione per prodotti sostenibili, quali il corretto utilizzo e smaltimento della plastica biodegradabile e compostabile e le condizioni di biodegradazione.

Quanto tempo avranno le aziende per conformarsi alla direttiva?

Per il momento la PPWR dell’UE è solo una proposta, con obiettivi il cui raggiungimento è previsto tra il 2030 e il 2040. I settori interessati stanno comunque richiedendo un’implementazione graduale e flessibile. È fondamentale che ci sia una collaborazione forte ed efficace tra la catena di valore e le pubbliche amministrazioni per adottare gli strumenti e le infrastrutture necessari.

¹ Commissione Europea (2022)